• Gli artigli degli aerei
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Ma gli astronauti sono armati?
Gli equipaggiamenti di sopravvivenza
per gli uomini dello spazio

di Nico Sgarlato

Nel 2005, nell'ambito di una ricerca relativa all'impiego militare degli aerospazioplani, trovammo informazioni sugli studi relativi all'armamento delle "navette", con missili e bombe nucleari, da parte di USA e URSS. Nell'allora Unione Sovietica fu studiato anche un "mini-shuttle" da combattimento, l'Uragan, destinato ad intercettare i veicoli spaziali del nemico. Come sappiamo, nessuno di questi studi ebbe un seguito pratico, oltre ad alcune sperimentazioni parziali. Durante quella ricerca, ci ritrovammo ad interrogarci su un aspetto scarsamente approfondito: tanto la NASA, quanto l'RKA e l'ESA parlano di "corpo degli astronauti" e, in effetti, in larga parte gli equipaggi dei veicoli spaziali di tutto il mondo provengono dal mondo militare. Ma sono anche armati?
Questa domanda ha trovato una risposta solo nel 2013, quando la stampa russa ha diffuso interessanti, anche se incomplete, notizie su questo tema.
Per ciò che riguarda la NASA, la risposta alla nostra domanda è relativamente semplice, anche se non è detto che sia completa.
L'ente aerospaziale statunitense ha compiuto svariati studi sui problemi di "security" a bordo della sua flotta di Shuttle senza, però, dare mai eccessiva pubblicità alla materia. È stato scritto che almeno in alcuni voli vi fossero a disposizione dell'equipaggio un "survival rifle" Springfield M6 Scout, a due canne sovrapposte (nei calibri .22 e .410, cioè 5,56 e 10,41 mm), oppure una pistola semiautomatica d'ordinanza Beretta M9 da 9 mm o una SIG Sauer P250 Compact calibro .357 (9 mm) del tipo usato dagli Air Marshal. Tuttavia la NASA ha ritenuto che, in caso di rientro in mare non vi sarebbe stata necessità di ricorrere ad armi di sopravvivenza mentre, se si fosse verificato un atterraggio d'emergenza sulla terraferma, le squadre di soccorso sarebbero state in grado di intervenire con relativa rapidità. Oggi, in ogni caso, non sono più in esercizio veicoli spaziali americani con equipaggio ed il problema non si è più posto.
Agli astronauti, tuttavia, sono forniti dei generi per interventi di prima necessità tra i quali è compreso un coltello, il costosissimo Randall Model 17 Astro (510 dollari al pezzo) che tuttavia non ha alcuna caratteristica di rilievo. È un pugnale con lama d'acciaio inossidabile di 14 cm, con impugnatura in materiale composito "micarta".
Decisamente molta più attenzione agli aspetti legati alla difesa ed alla sopravvivenza è stata prestata dalla RKA sovietica. Tutti i veicoli spaziali russi, infatti, sono stati progettati per il rientro sulla terraferma, spesso in aree remote, con la possibilità per i cosmonauti di rimanere per lunghe ore in attesa della squadra di recupero. Così, già il 12 aprile 1961 il ten. Yuri Alekseevic' Gagarin, della V-VS, andò in orbita con la sua pistola semiautomatica Makarov PM calibro 9 mm, arma molto efficiente in uso nelle forze armate sovietiche dal 1951 al 1991.
Ma gli specialisti sovietici addetti agli equipaggiamenti dei cosmonauti erano alla ricerca di qualcosa di più specifico. Lo spettro d'impiego doveva essere ampio e andava dalla sicurezza personale a terra alla possibilità, per quanto remota, che il loro veicolo spaziale fosse abbordato nello spazio da un equipaggio ostile (c'era la Guerra Fredda...) ma anche che, a bordo di una stazione spaziale, un occupante perdesse il controllo per motivi di stress o altro.
La Makarov PM rimase in dotazione fino al 1982, ma nel 1984 furono realizzati i prototipi di qualcosa di più... esotico, in grado di offrire un mezzo di difesa in caso di attacco da parte di veicoli spaziali nemici. Ne risultarono alcuni progetti intesi soprattutto come mezzi per disabilitare i sensori ottici nemici. Il dispositivo più perfezionato, chiamato provvisoriamente LP, fu realizzato nel 1984 e assomigliava ad una pistola semiautomatica, ma le sue cartucce (sembra tra sei e dodici da 9 mm nel caricatore) servivano solo per fornire la sorgente di luce per un laser di tipo "pompato" efficace fino a circa 20 m. Ne fu realizzato un tipo più semplice, dalla forma di revolver con un grosso tamburo (utilizzabile anche per piccoli interventi di natura medico-chirurgica) ed una variante basata sulla solita pistola Makarov, completamente trasformata al suo interno.
La Makarov standard, intanto, continuò ad essere parte del kit di sopravvivenza NAZ-3/Granat-6 che la Zvezda produsse più o meno dal 1961 al 1982.
Tuttavia, poiché il cosmonauta Aleksei Leonov già nel 1965 aveva trascorso 48 ore nella taiga, assediato dai lupi, prima di poter essere recuperato, i  vertici dell'RKA ritennero che vi fosse la necessità di un vero fucile da sopravvivenza e la soluzione fu trovata nel 1982 dalla Tula che progettò il TOS-82, poi più noto come TP-82, un'arma progettata "ad hoc" che ricorda nelle proporzioni quella usata dal mercenario Han Solo nella saga di "Star Wars". Essenzialmente era quello che i tecnici chiamano "drilling", un'arma a tre canne (due nel calibro 32 ad anima liscia, corrispondente a 12,7 mm ed una da 5,45 mm). Pesante 1,6 kg, può montare un calciolo che è anche un machete, con il quale il peso sale a 2,4 kg. I portamunizioni contengono 11 cartucce a palla da 5,45 mm, dieci cartucce 10 SP-D caricate a pallini da caccia e dieci fuochi a luce rossa.
Questa "lupara" TP-52 è rimasta quale dotazione corrente per tutti gli equipaggi spaziali russi (ma, sembra, anche per quelli dei bombardieri Tupolev Tu-22M) fino al 2007, quando ha cominciato ad essere ritirata, per la fine della produzione delle sue munizioni.
Oggi, comunque, i cosmonauti russi continuano ad avere un'arma nel loro "survival kit", in genere la pistola semiautomatica Tula PSM da 5,45 mm, particolarmente compatta e leggera, che progressivamente ha preso il posto della Makarov.


Questa è "fiction" ma l'arma impugnata da Harrison Ford/Han Solo in "Star Wars"
(in realtà una Sterling) ricorda la TP-82.




 

In Unione Sovietica Mikoyan aveva studiato un aerospazioplano da combattimento (questo è il prototipo dimostratore) armato con un cannone senza rinculo.

Il coltello "survival" Randall Model 17 Astro degli astronauti americani.

La pistola semiautomatica Makarov PM calibro 9 mm, usata da Yuri Gagarin (e da tutti gli altri).

La pistola Makarov faceva parte del kit di sopravvivenza NAZ-3/Granat-6.

Diversi prototipi di pistole che producevano un lampo di luce laser, innescato da una cartuccia a salve.

Il prototipo definitivo della pistola laser LP del 1984.

Il fucile di sopravvivenza Tula TP-82 (TOS-82), rimasto in uso fino al 2007.

L'intero kit del fucile a tre canne Tula TP-82.



 
 
 

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